venerdì 6 febbraio 2009

Platone e il Mito della Caverna



Si immaginino dei prigionieri che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una caverna. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare il muro dinanzi a loro.

Si pensi, inoltre, che alle spalle dei prigionieri sia stato acceso un enorme fuoco e che, tra il fuoco ed i prigionieri, corra una strada rialzata. Lungo questa strada sia stato eretto un muricciolo, lungo il quale alcuni uomini portano forme di vari oggetti, animali, piante e persone.Le forme proietterebbero la propria ombra sul muro e questo attrarrebbe l'attenzione dei prigionieri. Se qualcuno degli uomini che trasportano queste forme parlasse, si formerebbe nella caverna un'eco che spingerebbe i prigionieri a pensare che questa voce provenga dalle ombre che vedono passare sul muro.

Mentre un personaggio esterno avrebbe un'idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno (si ricordi che sono incatenati fin dall'infanzia), sarebbero portati ad interpretare le ombre "parlanti" come oggetti, animali, piante e persone reali.

Si supponga che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto a rimanere in piedi, con la faccia rivolta verso l'uscita della caverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del fuoco ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme portate dagli uomini lungo il muretto gli sembrerebbero meno reali delle ombre alle quali è abituato; persino se gli fossero mostrati quegli oggetti e gli fosse indicata la fonte di luce, il prigioniero rimarrebbe comunque dubbioso e, soffrendo nel fissare il fuoco, preferirebbe volgersi verso le ombre.

Allo stesso modo, se il malcapitato fosse costretto ad uscire dalla caverna e venisse esposto alla diretta luce del sole, rimarrebbe accecato e non riuscirebbe a vedere alcunché. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s'irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo.

Volendo abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre delle persone e le loro immagini riflesse nell'acqua; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare gli oggetti stessi. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti con maggior facilità che di giorno. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nell'acqua,

e capirebbe che:

" è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa , in certo modo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano."

(Platone, La Repubblica, libro VII, 516 c - d, trad.: Franco Sartori)


Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all'ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con "gli occhi rovinati". Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento ed, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.

Brano tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mito_della_caverna

12 commenti:

JANAS ha detto...

sempre da http://it.wikipedia.org/wiki/La_Repubblica_(dialogo)

Data la complessità del tema, per chiarire ulteriormente il pensiero platonico riguardo la conoscenza, viene fatto ricorso al mito: all'interno di una caverna stanno, incatenati sin dalla nascita, alcuni uomini, incapaci di vederne l'entrata; alle loro spalle arde un fuoco e, tra il fuoco e l'entrata della caverna, passa una strada con un muretto che funge da schermo; per la strada passano diversi uomini, portando sulle spalle vari oggetti che proiettano le loro ombre sul fondo della caverna. Per i prigionieri le ombre che vedono sono la realtà; se uno di essi fosse liberato e costretto a voltarsi e ad uscire, in salita, dalla caverna, sarebbe abbagliato dalla luce e proverebbe dolore; tuttavia, a poco a poco si abituerebbe, potrebbe vedere i riflessi delle acque, poi gli oggetti reali, gli astri ed infine il sole. Tornando nella caverna dovrebbe riabituare gli occhi all'oscurità e sarebbe deriso dai compagni qualora provasse a raccontare ciò che ha visto.

Con questo mito Platone spiega la sua teoria delle idee, secondo cui la realtà sensoriale è paragonabile alle ombre che i prigionieri vedono sul fondo della caverna, mentre esiste in qualche luogo fuori dal tempo e dallo spazio il "reale" che altro non è che "l'idea".

In questo mito, viene inoltre descritto il processo conoscitivo come un'ascesa abbastanza difficoltosa e dolorosa, ma comunque graduale, prima l'opinione, identificata nelle ombre sfocate, poi gli oggetti che fanno parte del mondo sensibile, poi i riflessi, identificabili con la matematica, fino ad arrivare alla conoscenza dell'idea del bene che illumina tutte le altre (nel mito, è il sole!

Stefi ha detto...

Ahhh che meraviglia! adoro la caverna di platone..in realtà, adoro platone!
la prima cosa che mi ha colpito alle superiori, leggendo questo mito, è stata l'idea che il guardare la luce, provochi dolore.. sta tutto qui, secondo me! all'inizio la scoperta E' dolore..che cosa vedevo prima? dove guardavo?
un altro passo nella tana del coniglio, un altro incontro con l'ottico alla ricerca delle lenti nuove..ricordi la poesia nel mio post?
E adesso?
Luce, solo luce che trasforma tutto il mondo in un giocattolo.
Molto bene, faremo gli occhiali così.

eheh
cerchiamo tutti luce,insomma, ja'?
ma sai che cosa mi ha fatto ricordare tutto questo anche?
un altro passo di platone:
L’anima, dunque, poiché immortale e più volte rinata, avendo veduto il mondo di qua e quello dell’Ade, in una parola tutte quante le cose, non c’è nulla che non abbia appreso. [...] Poiché, d’altra parte, la natura tutta è imparentata con se stessa e l’anima ha tutto appreso, nulla impedisce che l’anima, ricordando (ricordo che gli uomini chiamano apprendimento) una sola cosa, trovi da sé tutte le altre, quando uno sia coraggioso e infaticabile nella ricerca. Sì, cercare ed apprendere sono, nel loro complesso, reminiscenza. Non dobbiamo dunque affidarci al ragionamento eristico: ci renderebbe pigri ed esso suona dolce solo alle orecchie della gente senza vigore; il nostro, invece, rende operosi e tutti dediti alla ricerca; convinto d’essere nel vero, desidero cercare con te cosa sia virtù.

andiamo?eheh..dai che ormai ci siamo dentro..sempre un po' più in fondo..mica possiamo tornare indietro proprio adesso! ;)

ultima cosa..toglimi una curiosità, anzi due:
1)la terza foto..cos'è?! non ti dico cosa m'è sembrata ad un primo sguardo!!ahahahhhhhhh
2)l'ultima..il pozzo..di san patrizio..eheh..che è? lo sai che io abbocco subito a queste cose!eheh..tutta colpa del folletto verde che c'è in me!
(extra) 3) favolose le foto!!

la signora in rosso ha detto...

Amo Platone...le tue foto e le didascalie mi lasciano senza parole...Ho visitato anche l'altro tuo blog...complimenti ancora

Melisenda L. ha detto...

[va bene, avrai capito che non riesco a fare le smancerie; però devo dire che l'abbinamento testo e immagini è qualcosa di sensazionale]

dare un'immagine a concetti astratti è qualcosa di assolutamente incredibile, perché raddoppia la forza del suo significato.

anche a me il mito della caverna ha sempre affascinato, anche per la schiavitù in cui siamo tutt'oggi e l'impossibilità di dare un valore, una conoscenza ed un'interpretazione propria al mondo.
dovrebbe essere un diritto dell'uomo, che purtroppo oggi ci è negato, mentre una voce all'esterno oltre a non spiegarci la verità, la travolge anche, rendendoci ancora più schiavi.
credo sia la ns attualità, dove la voce mediatica ci proietta un'ombra e quell'ombra ce la impone per vera, e anche se è l'ombra di un albero, ce la vende per l'ombra di un cannibale. [così che poi ogni albero è un cannibale e noi siamo terrorizzati dagli alberi e i cannibali-ok l'abbozzo!]

a me, 'sto mito ha sempre fatto tristezza.

l'immagine di Platone che a me ha sempre accompagnata è un'altra:

un uomo seduto su una sedia trasparente mentre dal cielo piovono sedie di tutte le forme e colori
[come magritte,ma senza la pioggia di uomini tutti uguali - anche se poi, nella caverna, ci vorrebbero tutti uguali come in magritte ]

ok. la mia contorsione questa volta, sono convinta, ti metterà un po' in difficoltà per la traduzione... ahahah... intanto io sono in una posa molto stile circo filippino, dove la protagonista dello spettacolo fuma con i piedi e si fa un massaggio alla cervicale con i polpacci. ok. smetto. ho capito, smetto, questa è l'ultima parola... ciao! Janas un abbraccio a tutto tondo, fuori dalla caverna e con un bel paio di occhiali da sole, modello mosca, con lente rinforzata. smetto! ok. ciao

beyk happel ha detto...

A scrivere qui, ora, mi sento beato tra le donne. ;)

Janas, ho deciso di non farti più complimenti perchè:
- alla lunga sembrerebbero sviolinate
- ripeterei quello che hanno scritto Stefi, La Signora in Rosso, Melis... e copiare non sta bene.

Però 'sta cosa la devo dire.
Che Platone avesse già allora intuito le nozioni base della quantistica? ;)

JANAS ha detto...

Stefi ! :)
si tanta luce, che ferisce gli occhi... ma si apre al giorno, e le lunghe ombre diventano più piccole!
il passo che mi hai scritto di Platone è molto bello e significativo! mi piace!
certo che andiamo..ahhah! ma hai visto com'è profondo il pozzo? Az..la risalita non finiva più!

-la terza foto è una rappresentazione del teatrino delle ombre, (realizzato dalle insegnati con la classe di mio figlio) avevano delle figure che muovevano su quel piano illuminato, e che venivano proiettate su una parete! mentre alcuni ragazzini muovevano queste figure, altri con un microfono, davano voce alle immagini ..quasi come nella descrizione di Platone, anche se il tema dell'opera era : Principi e Principesse e con Platone non avevano niente a che fare!

Il Pozzo di San Patrizio trovasi ad Orvieto..guarda vai a vedere su wikipedia ..e troverai una relazione con un pozzo Irlandese! MA TU GUARDA!!:))

La signora in Rosso...grazie! :))

Melis...penso che questo diritto sia arrivato il momento di prendercelo!!
ho smesso da tempo di ascoltare la voce mediatica...e quando ascolto, quelle poche volte, tanto per non essere fuori dal mondo, la scarnifico di tutte le stronzate e tengo conto solo di quelle che descrivono la sostanza dei fatti..e poi ci metto sopra un pizzico di dubbio!
E' vero è un mito un po triste...ma anche rassicurante forse..non siamo noi i matti e i ciechi e i sordi!! :))
az! sei una vera contorsionista!!
:))))
comunque m'intrigano le matasse da sbrogliare! :)

Beik...già! a questo punto verrebbe da pensare che non sia la quantistica ad essere stata ispirata da Platone? ..o come sostiene lo stesso Platone nel brano riportato da Stefi noi abbiamo già coscienza di tutto questo perchè: "l’anima ha tutto appreso, nulla impedisce che l’anima, ricordando una sola cosa, trovi da sé tutte le altre, quando uno sia coraggioso e infaticabile nella ricerca.
Sì, cercare ed apprendere sono, nel loro complesso, reminiscenza

Stefi ha detto...

il teatro delle ombre..è vero! quello che avevi postato un'altra volta che c'erano un cavaliere e una dama, no? desso go capio!

il pozzo..ho letto tutto, sì! figurate! eheh.. interessante!! e adesso m'ha pure fatto venire in mente un altro nodo nell'ingarbugliamento dei fili..wow!!

eheh
ciao ja'! un abbraccio!

JANAS ha detto...

Stefi...? un altro nodo ingarbugliato..issssssssssssh sono CurioZa...aspetto dettagli!
un abbraccio super ricambiato! :) cia!

indierocker ha detto...

...sempre belle foto...e belle parole!
ciao!!!

indierocker ha detto...

...anche se il livello di entrambe e' troppo alto per me!
ri-ciao!!!

UIFPW08 ha detto...

concordo con le foto e con i testi anche io un saluto Janas Ciao

Marina Francesconi ha detto...

CIao Janas, sono Eva. Sto preparando uno spettacolo teatrale su Platone e sto cercando il mito della reminescenza dove si racconta come le anime scelgono la loro prossima incarnazione. Forse mi puoi aiutare a trovarlo... Un abbraccio fiorito
Eva