lunedì 17 agosto 2009

Mimetizziamoci o corazziamoci?


L’insetto che si mimetizza sul ramo per farsi dimenticare nell’immobilità vegetale è l’immagine dell’uomo che si rintana nel conformismo per non dover rendere conto di sé, oppure si abbandona alle idee comuni per non affrontare gli uomini e i fatti.

(scriveva il filosofo Emmanuel Mounier)

oppure dobbiamo munirci di una gran bella corazza per affrontare il tutto??beh ...guardiamoci nelle palle degli occhi!!!
magari è possibile trovare una risposta...

6 commenti:

Stefi ha detto...

Mmmmhhhhh quanto mi piace!! quanto mi solletica questa cosa!!
Diventare dello stesso colore dell'albero e dell'erba che ci sta intorno è una gran fatica.. perché dobbiamo cambiare "qualcosa dentro di noi" per diventare "qualcosa del fuori da noi".. come diventare parte di quel tutto che sta fuori.
Se mimetizzarsi significa questo, come un adattamento, allora è positivo! anzi, è pure difficile e coraggioso!

Mettersi una corazza su gambe e braccia per diventar più forti e non cedere ad ogni passo, ci aiuta a camminare sicuri.. e questo è bene!

Ma..

Mimetizzarsi per non farsi riconoscere, per non avere il coraggio di essere a pallini gialli, ci fa soffocare nel conformismo di alberi ed erba.. ma noi non siamo alberi ed erba..
Mettersi una corazza per non sentire le gocce di pioggia ticchettare sulla schiena, per non sentire il freddo sulla pelle.. è un gran peccato.. così nemmeno riusciamo a sentire il sole penetrare fin dentro alle ossa e riscaldarle.. non riusciamo a sentire le zampe di chi ci incontra e c'abbraccia..

Credo che alla fine sia una scelta di coraggio.. un po' di corazza per sostenere il cammino e una buona capacità di mimetizzarsi per ricordarci che, ovunque siamo, dobbiamo essere noi "immersi a quel che siamo".. e credo serva coraggio.. per entrambe!

Alla fine.. dipende sempre da noi!

Bello Janas! Grazie! Mi hai solleticato la mattinata.. ora posso andare a lavorare con la voglia di essere qualcuno dentro quell'uniforme mimetizzante! ;)


ps: insomma, proprio non ci posso giocare a nascondino.. tu ormai sai sempre dove trovarmi!!jejeeee
Ma ho una cosa per te.. d'inchiostro sbavato!jejeeeeee

Un abbraccio stritolante!

JANAS ha detto...

STEFI!!! tana liberi tutti!!! lo sapevo che non eri tanto lontana!! un super abbraccio ....:D

Adriano...allora amicizia per amicizia, sincerità per sincerità, forse dovresti rendere meno impersonali i tuoi commenti che vai divulgando nel blog invece di fare tanti ctrl V e ctrl C...per il resto non stabilisco patti sul genere: tu commenti da me e io commento da te...
non mi interessa il numero dei commenti quanto la loro "sostanza"...

Anonimo ha detto...

Punti di vista Janas,non la vedo come Mounier..mimetizzarsi non è per forza conformarsi per non affrontare uomini e fatti.Mimetizzarsi è anche integrarsi perfettamente,andare oltre le apparenze,saper guardare,saper vedere,scindere,frazionare,studiare le forme,imparare i colori,le ombre,le sfumature,renderle proprie che non vuol dire rinnegare sè stessi.E' "voler far parte" in silenzio,in armonia,nel rispetto di quello che non siamo noi,è accostarsi con grande amore,è parlare in silenzio senza invadenza,ma prevalentemente è ascoltare gli altri.Mimetizzarsi è capire quali sono i punti chiari,quelli oscuri,non è rinnegarsi e nascondersi,è voglia di stare con gli altri,è accostarsi,è essere ma con umiltà rimanendo sempre noi nella sostanza,cambia solo l'apparenza..beh l'apparenza è solo apparenza,che resti tale!
Scorazzata sembro quasi umana eh?

Luigina ha detto...

Qualche volta può essere utile anche mimetizzarsi per la sopravvivenza, forse più utile che corazzarsi, per noi umani.

JANAS ha detto...

Gdf "Nessuno può a lungo aver una faccia per se stesso e un'altra per la folla, senza rischiare di non sapere più quale sia quella vera." scriveva Marguerite Yourcenar...e poi nel suo libro trasformò questo suo pensiero e lo fece dire ad Adriano: sapevo che il bene e il male sono una questione d'abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all'interno, e che la maschera, a lungo andare, diventa il volto.

io penso, ma chiaramente è un mio punto di vista, che per entrare empaticamente in rapporto con gli altri, non sia indispensabile mimetizzarsi...posso guardare i colori le forme, e apprezzarle senza necessariamente diventare quel colore e quella forma...e temo che quando invece questo accade sia per il timore di non essere accettati nei nostri colori e nelle nostre forme..(ma anche per altre mille ragioni che qui sarebbe lungo elencare)!
Come dice Luigina, gli animali usa questa capacità come forma di difesa e in effetti come tale la concepisco...la concepisco non vuol dire che la giudico, tutte le forme di difesa sono giustificabili, e hanno le loro ragioni d'essere...ma sono pur sempre difese..ovvero impossibilità ad essere quel che si è...
mi chiedo ..che colori avrebbe scelto la farfalla se non fosse stata costretta a mimetizzarsi per difendersi da eventuali attacchi? ..non avrebbe per questo smesso di entrare in contatto con l'albero...lo avrebbe fatto comunque, ma con i SUOI COLORI..
essere liberi di essere se stessi dentro e fuori, rispettando le diversità altrui, non vuol dire non guardare, non penetrare la realtà dell'altro secondo me...
l'armonia si raggiunge quando siamo dentro e fuori, quello che siamo veramente e tuttavia riusciamo a stare bene con gli altri...altrimenti è comunque un armonia apparente..
So che questa cosa è difficile da realizzarsi.. che a parole è tutto molto semplice..per riuscire a fare tutto questo bisognerebbe aver raggiunto una grande fiducia in se stessi e aver fatto un grande e lunghissimo viaggio interiore con il quale apprendere la capacità di accertarsi e accettare gli altri senza conformarsi e pretendere che si conformino...ognuno con le proprie forme e colori!
Mi piacerebbe avere il coraggio di intraprendere questo viaggio...

JANAS ha detto...

ps..GFD!! :)))))))) ti ho chiamato ancora GDF!! sono proprio incorreggibile ...comunque...mai pensato che tu non fossi umana neppure prima ..ne ora ..ne dopo!
un abbraccio!