Una parola gettata nella mente a caso produce onde di superficie e di profondità, provoca una scia infinita di reazioni a catena, coivolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni.
(Grammatica della fantasia – Gianni Rodari)
lunedì 30 novembre 2009
Dalla terra nasce l'acqua, dall'acqua nasce l'anima...
È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant'altro... è dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui ci si viaggia è piacere e paura, nemica ed amica è confine ed infinito
è cambiamento e immutabilità ricordo ed oblio. Eraclito ...E l'acqua passa e gira e colora e poi stinge, cos'è che mi respinge e m'attira; acqua come sudore, acqua fetida e chiara, amara senza gusto né colore. Ma l'acqua gira e passa... E mormora e urla, sussurra, ti parla e ti schianta, evapora in nuvole cupe rigonfie di nero diventa di terra, di vento, di sangue e pensiero. Ma a volte vorresti mangiarla sentirci dentro, un sasso che l'apre, che affonda e sparisce e non sente, vorresti scavarla, afferrarla, lo senti che è il centro di questo ingranaggio continuo, confuso e vivente. Acque del mondo intorno di pozzanghere e pianto di me che canto al limite del giorno, fra il buio e la paura del tempo e del destino freddo assassino della notte scura Ma l'acqua gira e passa...
Pensiero, io non ho più parole. Ma cosa sei tu in sostanza? qualcosa che lacrima a volte, e a volte dà luce. Pensiero, dove hai le radici? Nella mia anima folle o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace, consumi ogni distanza; dimmi che io mi ritorca come ha già fatto Orfeo guardando la sua Euridice, e così possa perderti nell'antro della follia.
(Alda Merini)
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio per dolcissima muovermi ferita: voglio spazio per cantare crescere errare e saltare il fosso della divina sapienza. Spazio datemi spazio ch’io lanci un urlo inumano, quell’urlo di silenzio negli anni che ho toccato con mano. (Alda Merini)
" Vedeva il mondo secondo una prospettiva orizzontale, non più verticale come le pareva di ricordare quella dell'uomo, piantato su due trampoli e procedente ad angolo retto con la terra. A questa nuova visione contribuiva certo la posizione del suo corpo prono in avanti, disteso sulle sue basi pressappoco come il soldato negli esercizi dell'«ordine sparso», ma anche la strana disposizione degli occhi, otto come le zampe e messi a semicerchio intorno al capo, tanto che - cosa sconosciuta agli uomini - una buona parte della pianura circostante le appariva simultaneamente accrescendo la sua illusione di spazio e di libertà. Degli occhi, poi, due erano come appannati, un po' miopi di giorno, ma pure in questo Clizia vide una ragione che tendeva a darle una libertà anche maggiore: e infatti, appena scesa la sera, furono essi a entrare in azione, a illuminarle le tenebre, a renderle più facile il lavoro della tela." (Eugenio Montale - Clizia a Foggia)
L’insetto che si mimetizza sul ramo per farsi dimenticare nell’immobilità vegetale è l’immagine dell’uomo che si rintana nel conformismo per non dover rendere conto di sé, oppure si abbandona alle idee comuni per non affrontare gli uomini e i fatti.
(scriveva il filosofo Emmanuel Mounier)
oppure dobbiamo munirci di una gran bella corazza per affrontare il tutto??beh ...guardiamoci nelle palle degli occhi!!! magari è possibile trovare una risposta...
per ascoltare il video..fermare la musica di Dominic Miller in sottofondo nella colonna a destra....
E' tempo di saluti...torno per un po "a Lu Paisiello...d'0rigine" ..:))))))))))))))))
......e vi abbraccio tutti ...
avete capito tutto del testo della canzone vero?? :)))))
Tue ses Pandela, Pandela, Pandela
Ps...fra i video proposti su youtube c'è un pezzo di Marino De Rosas dal titolo Balziga...secondo me merita...!! PANDELA
Si ses In custa PANDELA Chi fizada,s'assimizada A custos populos Che benint dae logos caentes
Chi est Chi este custa zente Chizas nieddas che in fora isettana E tot'a sola sunt praghende
Unu ballu, unu sonu, una limba Chi amus a faeddare E amus a cantare tott'a nou Pro pandelas ogros de pitzinna Chi amus azudare E creschere in su mundu nou Unu ballu unu sonu una limba Chi amus a piantare custu mundutott'a nou Cantende jela jela la la Riende jela jela la la
Si tue Si tue l'asa in mente Isparghela contipizala, Fache chi leede sos balos e sos bentos Tue ses pandela, pandela, pandela Si tue no l'intendes Su coro narada e ti preguntada Costois sa cara e fues ma da 'e ite
Unu ballu, unu sonu, una limba Chi amus a faeddare E amus a cantare tott'a nou Pro pandelas ogros de pitzinna Chi amus azudare E creschere in su mundu nou Cantende jela jela la la Riende jela jela la la
Tue ses Pandela, Pandela, Pandela
OVVERO...
BANDIERA
Se appartieni A questa bandiera Che figlia s' assomiglia A questi popoli Che vengono da posti infuocati
Chi è, chi è questa gente Facce scure che ci aspettano fuori piangono da soli
Un ballo, un suono ed una lingua Che parleremo E canteremo da capo Per bandiera occhi di bambina Che aiuteremo a crescere in un mondo nuovo Un ballo un suono una lingua
Per dipingere questo mondo di nuovo Cantando jela jela la la Ridendo jela jela la la Se tu Ci tieni veramente Spargila, abbine cura Lascia che sventoli nel vento
Tu sei bandiera, bandiera, bandiera
Se tu non lo capisci Il cuore ti dice, ti interroga Tu nascondi il viso e scappi, ma da cosa?
Un ballo, un suono ed una lingua Che parleremo E canteremo da capo Per bandiera occhi di bambina Che aiuteremo A crescere in un mondo nuovo
Cantando jela jela la la Ridendo jela jela la la
Tu sei bandiera, bandiera, bandiera
Ps. un po di campanilismo non guasta, sono stata assunta dalla Pro loco :)))))))))))
(...) Tu sei consunto, povero amico mio, da una febbre incessante, da una sete di oceani incolmabili e senza confini, da una fame di universi e da una nostalgia d’eternità. Tu soffri della ragione. E non sai quel che vuoi. Ma adesso, adesso tu vuoi andare al sepolcro del Cavaliere della Follia e là scioglierti in lacrime, consumarti di febbre, morire di sete d’oceani, di fame d’universi, di nostalgia d’eternità. (Miguel De Unamuno - Vita di Don Chisciotte e Sancio - il sepolcro di Don Chisciotte)
Noi siamo figli dell'Universo, siamo parte dell'Universo,
siamo il risultato dell'evoluzione dell'Universo, perchè la materia di cui siamo fatti,
tutti gli elementi, il calcio, il magnesio, il silicio, che formano il nostro corpo, sono stati costruiti nell'interno di grandi stelle, molto più grosse del sole,
che arrivano alla fine della loro vita con un immane esplosione, nel corso della quale si hanno una grande serie di reazioni nucleari, che danno luogo alla formazione di tutti gli elementi che conosciamo sulla terra, dall' elio, dall'idrogeno fino all'uranio, e nell'esplosione, questi elementi vengono sparpagliati nel mezzo interstellare,
e vanno ad arricchire le nubi di gas, da cui poi si formeranno altre stelle, altri pianeti e forse anche altre forme di vita, come è molto probabile, quindi noi siamo veramente figli dell'Universo, figli delle stelle, risultato dell'evoluzione dell'Universo, ma in grado di osservare l'Universo...di capire l'Universo. (Margherita Hack - Astrofisica e divulgatrice scientifica)
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.” (W.Shakespeare)
La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda, è di essere potenti oltre ogni limite.
E' la nostra luce non la nostra ombra, a spaventarci di più.
Ci domandiamo:
"Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso?"
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
... Il nostro giocare in piccolo, non serve al mondo. Non c'è nulla di illuminato nello sminuire se stessi cosicché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi. Siamo tutti nati per risplendere, come fanno i bambini. ... Non solo in alcuni di noi: è IN OGNUNO DI NOI.
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso.
...“La mia mente si addentra nel territorio dei sogni senza che me ne accorga. Sono sempre cosi silenziosi, quando ritornano (...)
...E dopo, non voglio mai più essere coinvolto nei progetti di qualcun altro, ma vivere secondo la mia volontà. Questo è ciò che desidero...
...Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra col dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. E' qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l'altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. Devi immaginare questa tempesta di sabbia. (...)
(...)Ciò che è fuori di te è una proiezione di ciò che è dentro di te, e ciò che è dentro di te è una proiezione del mondo esterno. Perciò spesso, quando ti addentri nel labirinto che sta fuori di te, finisci col penetrare anche nel tuo labirinto interiore. E in molti casi è un'esperienza pericolosa. (...)
..bisogna cercare di capire, lavorando di fantasia, e dimenticare quel che si sa in modo che l'immaginazione possa vagabondare libera, correndo lontana dentro le cose fino a vedere come l'anima non è sempre un diamante ma alle volte velo di seta, immagina un velo di seta trasparente, qualunque cosa potrebbe stracciarlo, anche uno sguardo..
In primavera (...) abitata dagli dei e gli dei parlano nel sole e nell'odore degli assenzi, nel mare corazzato d'argento, nel cielo d'un blu crudo, fra le rovine coperte di fiori e nelle grosse bolle di luce, fra i mucchi di pietre. In certe ore la campagna è nera di sole. Gli occhi tentano invano di cogliere qualcosa che non sian le gocce di luce e di colore che tremano sulle ciglia (Albert Camus)
Questo mio bacio accogli sulla fronte! E, da te ora separandomi, lascia che io ti dica che non sbagli se pensi che furono un sogno i miei giorni; e, tuttavia, se la speranza volò via in una notte o in un giorno, in una visione o in nient'altro, è forse per questo meno svanita? Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo non è che un sogno dentro un sogno.
Sto nel fragore di un lido tormentato dalla risacca, stringo in una mano granelli di sabbia dorata. Soltanto pochi! E pur come scivolano via, per le mie dita, e ricadono sul mare! Ed io piango - io piango! O Dio! Non potro' trattenerli con una stretta piu' salda? O Dio! Mai potrò salvarne almeno uno, dall'onda spietata? Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
Il sapere che l’impenetrabile esiste realmente e si manifesta a noi come la più alta saggezza e la bellezza più splendida, che le nostre facoltà limitate riescono a comprendere solo nelle loro forme più primitive – questa coscienza, questo sentimento, è al cuore di ogni autentica religiosità. In questo senso, e solo in questo senso, io appartengo alla categorie degli uomini devotamente religiosi.
(Albert Einstein)
Il sentimento religioso provocato dalla comprensione delle profonde interrelazioni della realtà è un qualcosa di diverso da quello che di solito viene definito con il termine religioso. È più propriamente un sentimento di venerazione per il disegno che si manifesta nell’universo materiale. Non ci porta ad immaginare un essere divino a nostra immagine e somiglianza, che ci fa domande e che si interessa a noi come individui.Non esiste né volontà, né dovere ma solo essere assoluto. (Albert Einstein)
Tutti ricreiamo il mondo come lo vediamo, lo guardiamo. -A.S. Byatt -
Va a prendere le tue cose...i sogni richiedono fatica (Paulho Coelho)
La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che regolano l'universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l'insegnamento calato dall'alto, in una parola Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede... (da Le mie favole Margherita Hack)
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"Svegliati Neo. Matrix ha te. Segui il coniglio bianco!"
È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. (Matrix)
Morpheus: (..) Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c'è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l'avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando. (...) Ti interessa sapere di che si tratta? Che cos'è? Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. Neo: Quale verità? Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos'è.
I sogni si realizzano; senza questa possibilità, la natura non c'inciterebbe a farne. John Updike
Se riesci a scrivere le meraviglie del tuo paradiso nella materia del tuo cervello magari non trasporterai nella tua testa la loro realtà miracolosa, ma la loro forza, quella si.
Lo sguardo è una scelta.Chi guarda decide di soffermarsi su una determinata cosa e escludere dunque dall'attenzione il resto del proprio campo visivo. In questo senso lo sguardo che è essenza della vita e' prima di tutto un rifiuto.
.. di me è stato detto che mi nutro dell'ombra dei ciliegi, che ho il potere di stordire il tempo e che sono nato a Ningbo. Nulla di tutto ciò è vero: non ho bisogno di alimentarmi, il Tempo sono Io e no so neppure dove sia Ningbo, che dal nome si direbbe una località piccola e fredda
(da In via del tutto eccezionale di Felipe Benitez Reyes)
oggi 29/06/08 Kniendich , mi ha regalato queste parole: " sai che sto imparando a conoscere il lato più straordinario di te... accetta il premio che ti ho conferito come un segno di stima: janas che riesce con il suo blog a fondere in modo eccellente le grandi parole di artisti immortali ma anche di casa nostra, con immagini prese dalla natura e adattate perfettamente al contesto del post... una visione molto sensibile della realtà."
Kniendichqueste tue parole sono un balsamo a cui attingerò in ogni momento, come forza per ritrovare la carica ...per coltivare una passione! :) grazie!